martedì 28 aprile 2015

immagini del Campo Base dopo la valanga










un pensiero da casa

In questi giorni tante parole e immagini che sanno di distruzione, di sofferenza, di morte... ma la Montagna, l'Himalaya, le Grandi Vette, il Sagarmatha sono anzitutto quella Bellezza e quella Maestosità che attira i sogni degli spiriti liberi... e che fa sognare anche chi è a casa ad attendere... una Bellezza che, nonostante tutto, permane...

Om Mani Padme Hum

Ciao bella! Ti aspettiamo
"Dream the dreams of other..."

Luca


la cerimonia della PUJA... le preghiere ci hanno protetto
Qui dicono che Sagarmatha è arrabbiata... troppi "alpinisti" senza rispetto










questi luoghi sono soprattutto casa loro






prima c'era anche il tempo per scherzare

 



e poi zaino in spalla... ce ne andiamo con l'incognita di quel che troveremo più in basso




lunedì 27 aprile 2015

Terrore e terremoto

"...nelle orecchie ho ancora il silenzio tombale che ha seguito la valanga..
Nevicava quel giorno e dopo colazione siamo rimasti in tanda mensa a chiacchierare del turismo italiano e tedesco..Marco e Seba ci hanno a che fare e ne discutevamo. Si passa così il tempo.. Abbiamo anche tagliato e divorato del filetto di speck di Seba..ottimo come tutte le sue leccornie! poi alla spicciolata siamo tornati nelle nostre tende. Io avevo iniziato il libro "Congo" e volevo finirlo.. Verso le 11:45 ho sentito il pavimento della tenda muoversi..la mia mente razionale ha subito scartato l'ipotesi di un terremoto.."in Himalaya?!?!"..peccato che alle prime due scosse sussultorie ne sia seguita una molto forte ondulatoria che mi ha scatenato una nausea mostruosa..mi sono affacciata alla tenda infilandomi a razzo gli scarponi sentendo Mario che urla "fuori" e contemporaneamente Seba che dice "arrivaaa"..mi volto verso il Pumori e vedo una nube grigia arrivare a una velocità incredibile..mi butto nella mia tenda e urlo "Marcoooo quiii!"..e Marco si tuffa nella mia tenda seguito da Mario..
Pochi secondi e la tenda viene invasa da polvere di neve e sabbia che ci entra nelle vie aeree mentre mi proteggo con un braccio e con l'altro cerco di reggere il tetto della tenda che viene schiacciato dall'urto, per creare una sacca d'aria..
Secondi che paiono ore.. Poi tutto finisce e ci alziamo con la neve ovunque che ci ha creato baffi, barbe e sopracciglia da babbi natale come fosse collosa.
"State bene?"..noi sì..fuori sentiamo Seba che chiede la stessa cosa e intanto urla cha ha male alla spalla..lui è rimasto fuori e qualche sasso vagante deve averlo colpito. Pemba é in silenzio coperto di neve..la sua tenda non c'è più..lo scuoto,gli spazzo via la neve e gli massaggio le spalle..attorno a noi un silenzio mortale..
Le nostre tende sono distrutte e ammucchiate, ma noi siamo coperti da dei seracchi..e attorno?
Faccio 10m e trovo le prime persone: uno sherpa col bacino rotto pieno di sangue e un altro incastrato nel telo della tenda col viso insanguinato...e allora intuisco la catastrofe!
riempio lo zaino di bende, fiale di anestetico e antidolorifici, flebo e siringhe, infilo due paia di guanti e corro alla tenda medica.
Lì c'è il caos! la gente comincia ad arrivare, ma la dottoressa americana è nel panico, prende gli splint che le dò (servono per fare una specie di gesso bagnando delle bende e mettendole attorno all'arto..asciugano e si irrigidiscono) e le mette nelle sua tenda senza manco capire! sta lì e non fa nulla se non ogni tanto urlare per la confusione...
La confusione c'è ed è data dal fatto che siamo 4 medici ma siamo vestiti come gli altri e non ci riconoscono! un medico francese ed io prendiamo in mano la situazione dividendo i malati su sacchi a pelo che troviamo in giro e iniziando a lavorare facendo triage tra chi potrà salvarsi e chi no.
Mi guardo attorno pochi secondi giusto per capire che..è come essere in guerra! il mio primo malato ha il cranio sfondato sull'orbita ed esce il cervello.. Reprimo un conato e cerco di tranquillizzarlo. Gli faccio un antidolorifico e assieme a una dottoressa francese lo bendiamo mentre lei, apparentemente tranquilla ma sotto shock, si ostina a voler prendergli una vena e poi gira con l'ago dell'agocannula chiedendo dove deve metterlo perchè è un ago, è pericoloso!La guardo senza capire e poi le dico che deve fare triage, dedicarsi a chi può farcela!è brutto, bruttissimo dire a uno "tranquillo, va tutto bene" quando sai che non va bene proprio nulla!!!attorno si stanno ammassando..una giapponese con una gamba ruotata dal femore al contrario si lamenta per il male..le faccio una fiala di antidolorifico mentre il medico francese le rimette a posto la gamba..lei urla,cerca di muoversi, io le accarezzo la testa e le dico di non mollare, di restare con me..le stringiamo le caviglie bloccandole le gambe e la infiliamo in un sacco perchè ha freddo. Un americano urla a tutti di fottersi..ll calmo e cerco la ferita che non trovo.. poi sotto la coltre di vestiti (intatti)trovo un buco come un proiettile, nel bacino..probabilmente colpito da qualche palo delle tende..gli faccio una medicazione compressiva, un antidolorifico e diccome continua fuck di qua e fuck di là gli dico di stare calmo e di guardarsi attorno..lui è fortunato!ad un tratto il mio sguardo incrocia quello di una coppia di ragazzini che fotografano e ridono...come due siluri il medico francese ed io gli urliamo di levarsi dai piedi e scomparire..turisti della morte come dice Seba..affamati di immagini da esibire davanti agli amici..stupidi!!!!!
andiamo avanti ore a bloccare arti col cartone e bende, a somministrare anestetici e antidolorifici finchè ne ho..perchè magicamente il castello dorato della tenda medica resta chiuso e non ne esce nessuna siringa o fiala o...
Corro al mio campo a chiedere acqua calda, ma li trovo come li ho lasciati ore fa..in bambola!
ad un certo punto vedo nel caos Marco e Seba che mi chiedono cosa possono fare..li indirizzo uno a portare la giapponese nella tenda medica, l'altro a tagliare cartoni per immobilizzare arti..
c'è una coreana apparentemente intatta, truccata, bella..la visitiamo assieme, il medico francese ed io..probabilmente una frattura interna..antidolorifico e sacco a pelo.
è una guerra..capisci che sei solo un palliativo, che puoi solo tamponare e alleviare e basta!nevica..di elicotteri manco parlarne!
all'inizio ci siamo divisi nei campi, ma c'è odore di gas fortissimo in alcuni campi..bombole sparse ovunque..così decidiamo di restare fermi e istruiamo gli alpinisti a portarci i feriti.."
(Annina)

CAMPO BASE di Lhotse Expedition 2015 dopo il terremoto

CAMPO BASE di Lhotse Expedition 2015 dopo il terremoto

CAMPO BASE di Lhotse Expedition 2015 dopo il terremoto

Immagine del Campo Base
dopo il terremoto

sabato 25 aprile 2015

la situazione dopo il devastante terremoto

Notizie da Annalisa:in questo momento il gruppo è a Gorak Shep, sono scesi dal CB..stanno tutti bene. Sono scesi x mettersi un po' più al sicuro. Domani valuteranno il da farsi..parte del materiale è su al Campo Base.
La situazione là è tragica: metà campo base è stato spazzato via.. molti sono i morti e molti sono i feriti in gravissime condizioni...servirebbero gli elicotteri..ma l'intero Nepal è nel casino e in più il tempo non è bello.
Diversi alpinisti e sherpa sono bloccati al C1 e al C2..con la via di discesa dall'Ice Fall che è collassata...portandosi con sé altre vite.
E' un disastro e la paura per ogni piccolo rumore è una costante

giovedì 23 aprile 2015

Elogio ai trekkers

"Passano i giorni qui al BC.. il nostro campo è proprio all'inizio del sentiero che sale per l'Ice Fall e tutti devono passare di qui.
Se si guarda bene si vedono gli omini che salgono e scendono per i seracchi.. lenti, lentissimi, tanti.. troppi! La mia voglia di misurarmi con questa massa di blocchi ghiacciati e ammassati è bloccata dal timore che essa incute solo a guardarla e dalla troppa gente che vedo salire e salire troppo lentamente. L'altro giorno ho osservato dalla mia comoda sedia al caldo del sole himalayano una tizia armeggiare per 30 minuti nel tentativo di calzare i ramponi.. ero esterrefatta!

Ieri Sebastiano, Marco ed io siam saliti al C1 del Pumori a 5860m per acclimatarci e la nostra fatica è stata ripagata da una vista stupenda sulla via di salita e da una coppia di aquile maestose e bellissime che ci han volteggiato sulla testa a dimostrazione che qui le padrone son solo loro!
In discesa ho trovato un trekker malese colpito da edema cerebrale e così... potevo lasciarlo lì nella morena? Eh no! E così per non perdere l'abitudine ai soccorsi mi son fermata e l'ho soccorso chiamando poi via radio la tenda medica che ha chiamato l'elicottero e mandato in aiuto il personale con ossigeno e camera iperbarica. Caso spinoso perchè il malato apparentemente era presente e capiva le mie domande, ma poi continuava a ridere e voleva a tutti i costi arrivare al BC e non c'è stato verso di farlo ragionare! Di elicotteri ne son volati due a prendere turisti prima che uno atterrasse per noi.
Intanto un vento gelido ci spazzava e i "5 minuti" nepalesi diventavano mezz'ore. Il malato intanto si addormentava e a tentare di svegliarlo rideva come un matto con gli occhi velati.

Stamattina si parlava dei trekker tra una fetta di colomba e un pancake. Ripenso a tutti voi, ai sogni  che ognuno ha messo in questo trekking. 
A Dante che dietro allo sguardo serio è riuscito a fare un primato dietro l'altro (prima camminata nella neve, prima condivisione di spazi con un compagno, prima quota 5300m conquistata con le sue gambe.. )e si è commosso all'ingresso al campo base del "suo" Everest.
A Giorgio e Magda che son saliti legati e han saputo poi separarsi fisicamente (grande Magda a saper rinunciare sapendosi ascoltare) ma rimanendo legati col pensiero.
A Giorgio ed Enza assieme sempre. 
A Luca sempre sorridente in ogni momento. 
A Nicola che zitto zitto ci ha portato un vespaiolo e due bottiglie di liquore di genziana autoprodotto!
Ad Annalisa che in silenzio ha camminato spesso sola gustandosi panorami e solitudine!
A Patrizia sempre in movimento.
A don Roberto col suo passo da gazzella e Sergio che ha sfidato le sue abitudini per venire qui a vivere con poco o niente comodità.
A Fabio silenzioso, ma sempre presente col suo sorriso e la sua professionalità.
E Mario preoccupato e appassionato trekker.
Bel gruppo che ha fatto delle differenze un punto su cui ridere anzichè litigare.

E siamo qui.. ad aspettare di salire per il temuto Ice Fall.."
(Annina)

Là dietro... il Lhotse

domenica 19 aprile 2015

al CAMPO BASE Everest/Lhotse (5350 m.)

Due giorni fa l'arrivo al Campo Base, quest'anno completamente ricoperto di neve come gran parte del trekking percorso da Namche Bazaar. Il bel tempo per ora non ha voluto farsi vedere e anche la scorsa notte è stata una notte di bufera di neve.
Il risultato è che ad oggi nessuno dei numerosi presenti al Campo Base è ancora riuscito ad installare il Campo 1, oltre l'Ice Fall..

Qui sotto una raccolta di foto del tratto da Lobuche al Campo Base, con una sosta di visita al laboratorio/osservatorio internazionale La Piramide dell'Associazione Ev-K2-CNR.

in viaggio


Everest Memorial

i medici lavorano


Piramide CNR: qui la prima volta 12 anni fa

si riparte verso il Campo Base

...e poi finalmente il CAMPO BASE con le meraviglie della natura che lo circondano e i pensieri che vanno lungo la via di salita.

uno sguardo al cammino percorso...

...e uno a quello da percorrere
 

Il nostro Campo Base, quest'anno fortunatamente siamo vicini all'attacco dell'Ice Fall





...si ride e si scherza...

...e quest'anno abbiamo anche
don Roberto che celebra Messa

e appena poco sopra, questo è quel che si può ammirare, quando il vento impetuoso spazza le tante nubi di questi giorni

Nuptse (7861 m.)

Pumori (7161 m.)

Everest, con la sua piramide nera (8848 m.)

Everest, Nuptse e, là dietro nascosto, il Lhotse (8516 m.)