Ieri ultimo giorno di trasferimento in jeep prima dell'inizio del trekking: un tortuoso e scomodo viaggio tra le strade polverose e i piccoli villaggi del Nepal orientale; dapprima sosta a Tharpu e poi arrivo in serata a Kheklebung.
Qui sotto alcune foto... e poi alcune impressioni di Mario Vielmo.
"Ieri è stato emozionante vedere
l'Everst e il Makalu dal finestrino del nostro turbo elica della Buddha Air
diretto a Bradhapur. Ancora più emozionante vedere pochi istanti prima di
aterrare il grande massiccio Himalayano del Kangchenjunga. Si vedeva benissimo
tutta la parete sud e la nostra via di
salita. Ad attenderci al nostro arrivo un caldo soffocante di 36 gradi della
bassa pianura nepalese per ricordarci che l'India dista a soli 25 chilometri.
No sono mancati i problemi che qui con molta filosofia bisogna acettare con
serenità. Due nostri bidoni contenente del materiale alpistico hanno dovuto
prendere un altro volo ritardando così la partenza verso le scoscese vallate
della terra dei Limbu, una delle tante etnie che vivono in Nepal. Decidiamo
così assieme al nostro staff nepalese di partire comunque. Il camion con a
bordo i 7 quintali fra materiale da campo , cibo e atrezzatura alpinistica è
partito dopo. Eravamo tutti e quattrro stanchi dopo due giorni e mezzo
trascorsi a Kathmandu a risolvere alcune questioni logistiche e controllare
tutta la nostra atrezzatura. Poi
sempicemente bello svegliarsi tra un sonnellino e l'altro e vedere dai
finestrini della nostra jeep questo magnifico paese; le bellissime e dolci colline del terrai nepalese, la maggior parte
sono coltivazioni di piante di the. E
poi osservare questo popolo dignitoso e
sereno che con la massima calma si
muovono come stessero vivendo ogni singolo momento della loro giornata.Come se
il tempo qui avesse insegnato a loro che quel che conta è il qui, ora, adesso.
Non credo che tutto ciò sia dettato da uno stile di vita guidato dalla povertà,
ma bensì da un legame molto forte con la madre terra che qui più di ogni altro
posto al mondo sente la vicinanza di un luogo non comune e altissimo come la
catena montuosa Himalayana. Nel tragitto non poteva mancare qualche piccolo
inconveniente, come ad esempio la nostra
jeep che ieri ci ha atteso una bella sorpresa, ropmendosi un manicotto del motore con perdita consistente d'olio. No problem, il
nostro mitico driver ci ha fatto accomodare in piccolo bar "o baracca
legno". E dopo due ore è tornato con la 4x4 riparata e ruggente . Don't worry be happy " credo sia diventato il nostro
motto". Oggi abbiamo fatto il resto del tragitto su strada sterrata, è
andata bene e siamo arrivati all’ultimo villaggio senza intoppi. Da domani
inizia ilo nostro trekking, sarà più difficile per noi comunicare, ma ce la
faremo!!"
(Mario Vielmo)
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